Il sonno al tempo dei figli

Il sonno al tempo dei figli è un capitolo a parte nella vita di ogni genitore. È un cambiamento tanto radicale quanto temporaneo, almeno nella grande maggioranza dei casi e tralasciando problematiche particolari.

Avendo fatto un giro intorno al sole e ritrovandomi di nuovo alla linea di partenza non potevo non scrivere di questo tema, del sonno e della sua immancabile privazione. È impensabile sapere con anticipo cosa voglia dire non dormire più, come ci si senta e come la percezione della vita e del mondo possa cambiare.

È qualcosa che si capisce davvero solo quando si vive. Quindi mi raccomando per prima cosa siate molto clementi con le neomamme: solo complimenti e aiuto concreto!

La buona notizia

In ogni caso questa volta vorrei vivere questo periodo così intenso e privo di sonno con il sorriso, lo vorrei davvero. Perché? Perché so che mi fa bene e fa bene alla piccola creatura che ho fra le braccia. E’ molto difficile non essere stressati, nervosi o insofferenti quando mancano il sonno e il riposo, tuttavia c’è una grande buona notizia.

Vi chiederete quale possa essere e forse ve lo sarete sentito dire più volte, senza averne tratto beneficio.

La vera buona notizia è che si sopravvive alla privazione del sonno dei primi mesi e soprattutto che si tornerà poi a dormire di nuovo e ancora! Anzi, segnatevelo, succederà che vi sveglierete prima dei vostri figli e che addirittura la sera non riuscirete ad addormentarvi!

Il sonno e le neomamme

Ma facciamo un passo indietro e ricominciamo dall’inizio. Non dormire ha varie conseguenze, specialmente sulle neomamme. Ci si può sentire incastrate in un vicolo cieco, senza vedere l’orizzonte della fine. Ogni sera si arriva più esausti e ci si prepara alla trincea notturna. Consapevoli che si dormirà poco, se va bene a rate, in posizioni estreme e per brevi intervalli. Tuttavia non è neanche detto che questo accada, ogni bambino è diverso e i neonati in realtà hanno bisogno di dormire molto per crescere.

La stanchezza giorno per giorno inizia a modificare i contorni di ciò che abbiamo intorno, una parola in più può scuoterci, trovarci in lacrime o metterci in crisi (mi immergo completamente nella parte della neomamma in privazione di sonno, quale al momento sono). Ma d’altronde queste piccole creature fanno il loro lavoro e serve tempo per conoscersi e prendere un ritmo più o meno tollerabile.

Devo riconoscere che i miei figli, una volta superati i 2 o 3 mesi di vita, hanno poi iniziato a dormire abbastanza regolarmente. Prima di questo momento tutti mi hanno fatto dormire pochissimo e di giorno avevo pochissime occasioni per riposare poiché erano tutti molto piccoli.  Ma ripeto, questo è appunto fisiologico per un bebè.

Naturalmente i risvegli notturni, le fasi lettone, incubi, acqua, ecc. ci sono state per lungo tempo e un sonno ininterrotto è tornato solo dopo parecchio tempo. Quando un figlio dormiva ne spuntava un altro che si svegliava e via con un nuovo giro.

Cosa può aiutare una neomamma?

Ci sono varie azioni che possiamo attuare per “mitigare” la mancanza di sonno e lo sfinimento, anche perché è bene preservare la propria sanità mentale e nel mio caso anche la memoria breve che mi si brucia non appena inizio a non dormire.

Eccone alcune che per me sono davvero utili:

  • Buttarsi a dormire non appena il nostro pargolo dorme. Si, lo so che ci sarebbero tante cose da fare, ma davvero possono aspettare. Niente rigenera di più di un bel sonno pesante: per intenderci quel sonno che quando ti svegli non ti ricordi dove ti trovi.
  • E se non riusciamo a dormire a comando? A parte che credo sia solo questione di tempo, in ogni caso possiamo almeno sdraiarci e rilassarci per un po’.
  • Farsi aiutare da amici e parenti. Questo può voler dire tante cose, ognuno secondo le proprie abitudini e il proprio stile di vita. Un piatto pronto, un aiuto concreto e pratico per le pulizie e il bucato, una spalla su cui piangere e sfogarsi, una risata condivisa per rimetterci di buon umore.
  • Uscire di casa. Trovare la forza (da qualche parte c’è o sta per arrivare) e uscire per fare un giretto con il primo sole. Aiuta l’umore e aiuta a intravedere l’orizzonte.
  • Fare qualcosa di bello per sé per 10 minuti al giorno. Curarsi il viso, farsi una lunga doccia, curare i capelli, leggere un libro, mangiare un gelato…
  • Questo è il momento per comprare degli auricolari se ancora non li avete: è un’ottima occasione per mettersi le cuffie nelle orecchie e ascoltare un podcast.

Il sonno al tempo dei figli: una parabola

Poi vi assicuro che questo tempo passa molto velocemente, o comunque più velocemente di quanto pensiamo. Ricordo che quando anche l’ultimo piccolo di casa era cresciuto abbastanza, avevo infine superato la fase risveglio-lettone-ritorno nel suo letto-ninna nanna-risveglio-lettone-sfinimento.

Era arrivato il momento in cui davvero tutti dormivano bene, senza più svegliarmi o chiamarmi di notte. Eravamo passati infatti in una fase in cui venivo chiamata disperatamente per un brutto sogno, per bere, per dirmi che avevano un graffio sulla schiena, perché gli ricordassi al mattino le “figu” da portare all’asilo all’amico, per dirmi che mi volevano tanto bene, per dirmi che aveva fatto pipì tutto da solo e chi più ne più ne metta…!

Quando infine insomma avevo guadagnato l’autonomia notturna, ho cominciato a non riuscire a dormire per i mille pensieri che assalgono la mente delle mamme la notte. Ingenua. Come sempre.

Ma poi anche questa fase era passata e così mi sono ritrovata in cinta del quinto figlio, pronta per ricominciare la parabola 🙂

NB: questo post è stato scritto sotto privazione del sonno, per questo potrà risultarvi sconnesso, ma siate clementi!!

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