Famiglie e scuola: da dove ripartire?

Dal 4 maggio è iniziata una graduale ripartenza delle attività lavorative e molti genitori hanno iniziato o inizieranno a breve a tornare ai loro luoghi di lavoro. La domanda che ha assillato e assilla tanti genitori è sempre la stessa da qualche settimana: “Chi si occuperà dei bambini, chi starà con loro mentre i genitori saranno al lavoro e chi continuerà a seguirli nella didattica a distanza?”

Questo tema mi ha interrogato tantissimo nelle ultime settimane, ancora di più pensando alla lunga estate che ci aspetta. L’estate, che già normalmente è un Everest per l’organizzazione familiare, quest’anno si prospetta più complicata del solito.

La famiglia e la scuola non sono state prese in considerazione dall’orizzonte delle ri-partenze previste e considerate necessarie dalla cosiddetta #Fase2, lasciando le famiglie e i genitori fortemente perplessi e delusi.

E allora da dove ripartire? E’ possibile ripartire?

Non sarà possibile tornare a scuola come l’abbiamo lasciata, non possiamo aspettarci questo. Ma è impensabile non iniziare a progettare e ripensare la nostra vita in società a partire proprio dalla scuola e dalla famiglia.

Ho letto tanti appelli, proteste, sommosse da parte di gruppi di genitori e me ne sono rallegrata, vuol dire che siamo ancora vivi, che giudichiamo e che facciamo dei tentativi.

Pochi appelli però erano anche appelli propositivi. Così come è facile lamentarsi è difficile fare proposte, tanto più dentro una emergenza. Formulare delle proposte concrete richiede riflessione, confronto, ricerca e approfondimento. Per lamentarsi basta scrivere un bel post che abbracci il pensiero dominante.

Oggi sembra che qualcosa si stia muovendo e si aprono prospettive che sembrano comprendere la possibilità dei centri estivi. Credo che il Governo si sia reso conto di questa necessità anche grazie a tutte le persone che si sono mosse e hanno smosso il resto del popolo con appelli e lettere aperte.

Fra i tanti appelli, le tante proposte, le tante indignazioni ne ho trovata solo una che mi abbia davvero soddisfatto in quanto a proposte concrete e richieste specifiche. Una lettera aperta che si spingesse fino a un tentativo concreto di proposte e di giudizio.

Per questo vi propongo il testo di questo appello, per aderire basta scrivere una mail con il proprio nome e cognome a libera.scuola.2020@gmail.com.

I firmatari originali di questa lettera aperta sono medici, avvocati, insegnanti e soprattutto genitori e hanno aderito a questa lettera aperta tantissime persone.

L’obbiettivo è far sentire questa voce, far arrivare queste proposte a chi ci governa e confrontarsi su ciò che davvero ci sta a cuore per la ripartenza del nostro paese. Ecco di seguito il testo di questa lettere aperta: da leggere e far leggere!

FAMIGLIE E SCUOLA, UNA RIPARTENZA NECESSARIA

All’indomani della presentazione del nuovo DPCM la famiglia rimane ancora un elemento della società inspiegabilmente dimenticato e penalizzato. Nella costruzione della cosiddetta “Fase 2” vengono contemplati industria, commercio, sport, mostre e musei ma non vi è alcuna programmazione della ripresa dei cicli scolastici, dei centri estivi, né della possibilità di libero gioco e movimento per i minori. Nell’attuale agenda politica non c’è quindi alcuna traccia di azioni di supporto alle esigenze delle famiglie.

Intanto, la chiusura delle scuole e l’introduzione della didattica a distanza hanno fatto emergere una grande capacità di sacrificio e di creatività dei genitori, che – oltre alle preoccupazioni sanitarie ed economiche – in questi mesi hanno dovuto affrontare sempre maggiori responsabilità nella formazione dei figli, senza alcun sostegno da parte delle istituzioni, con un coraggio e un’intraprendenza da imitare.

Purtroppo, con la prossima riapertura delle attività lavorative, il peso sulle famiglie aumenterà e diventerà insostenibile: chi continuerà a seguire la didattica a distanza? Chi starà con i più piccoli? rimarrebbe infatti solamente (per chi ne ha la disponibilità) la possibilità di affidarli a nonni, categoria a rischio e finora giustamente protetta, o parenti o baby sitter, notoriamente difficili da reperire e con un ulteriore aggravio delle spese familiari (per chi comunque può permetterselo). Peraltro, molti nel frattempo stanno sostenendo anche il pagamento della retta scolastica mensile per le scuole pubbliche paritarie. Le misure economiche finora proposte dal Governo (bonus babysitting, congedi straordinari) possono essere un buon inizio, ma non sono in alcun modo in grado di risolvere la situazione.

Se c’è una cosa che è emersa in modo evidente è che i legami sono il cuore della nostra società e la stanno tenendo in piedi. La scuola, in particolare, rappresenta un luogo di educazione e di aggregazione fondamentale per la crescita dei figli – e quindi per la costruzione e la tenuta della società – , insostituibile, se non provvisoriamente e per ragioni contingenti di stretta emergenza.

Per questo, pur consapevoli delle molteplici criticità dovute alla peculiarità dell’ambito scolastico, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la possibilità di garantire il distanziamento tra le persone – soprattutto per i cicli dell’infanzia –, chiediamo che ci si adoperi per soluzioni costruite all’insegna di un principio di ragionevolezza e non solo di preventiva chiusura. In questo senso, riteniamo particolarmente grave il vuoto comunicativo, normativo e organizzativo che in questo momento circonda il mondo della scuola e dei servizi educativi, abbandonati a una prospettiva di chiusura sine die.

Alle istituzioni politiche chiediamo invece di affrontare l’emergenza sanitaria elaborando misure di sicurezza che consentano alle persone, alle associazioni, alle tante e ammirevoli realtà educative di cui è ricco il nostro Paese di organizzarsi per ripartire. Per questo ci permettiamo di suggerire alcune proposte concrete da sottoporre all’attenzione degli organi competenti e dei singoli istituti scolastici, per dare il nostro contributo, auspicando che si incrementino e favoriscano le possibilità e gli spazi di incontro e dialogo anche con le famiglie.

1) Per favorire una più rapida ripartenza, chiediamo che lo Stato e le Regioni formulino e comunichino alle scuole entro la fine dell’anno scolastico specifiche indicazioni in merito ai parametri di sicurezza e alle misure necessarie da adottare per assicurare la salute e la prevenzione e la riapertura a settembre.

2) Conseguentemente, chiediamo di consentire la riapertura a quelle scuole che, attraverso soluzioni sottoposte e condivise, siano in grado di garantire il rispetto delle norme di sicurezza previste (ad esempio, attraverso un sistema di turnazione delle classi utilizzando spazi ampi già esistenti: palestre, aule magna, atrio, eccetera).

3) Chiediamo che questo tempo di vuoto scolastico sia vissuto come opportunità per adeguare le strutture alle nuove esigenze di tutela della salute, compresi quegli eventuali interventi di edilizia scolastica a lungo rimandati.

4) Allo stesso modo, a sostegno delle famiglie che riprenderanno a lavorare in questi mesi, chiediamo inoltre che siano fornite indicazioni specifiche anche per consentire la riapertura di centri sportivi e centri estivi che, nel rispetto delle norme di sicurezza, possano fornire un servizio extrascolastico importante nei mesi di giugno, luglio e agosto. A questo proposito, riteniamo soluzioni ragionevoli da applicare l’utilizzo di parchi, saloni e altri spazi di adeguata metratura, e l’organizzazione del personale e dei bambini con suddivisione in piccoli gruppi.

5) Chiediamo di considerare nel dibattito pubblico e specifico sul tema, il problema di una chiara regolamentazione delle eventuali responsabilità giuridiche che possono discendere dall’iniziativa autonoma dei singoli presidi, degli istituti e degli operatori dei centri sportivi ed estivi che, adeguandosi alle disposizioni, approntino soluzioni per una riapertura in sicurezza, per il bene dei nostri figli e della società intera.

6) Chiediamo che vengano previste modalità di sostegno per la frequenza scolastica, anche per i numerosi studenti, quasi un milione, che frequentano le scuole pubbliche paritarie. Ad esempio, tramite una detrazione al 100% delle rette scolastiche che si continuano a pagare.

7) Infine, chiediamo che ogni decisione e intervento si fondi su un reale principio di sussidiarietà, in cui tutte le istituzioni si attivino per guardare, valorizzare e prendere ad esempio le iniziative meritevoli di genitori, gruppi di famiglie e di educatori, scuole e altri luoghi educativi, in modo da metterle il più possibile a fattor comune per il bene di tutti.

27 aprile 2020

Primi firmatari: Maria Francesca Artusi, Alberto Biasco, Caterina Bini, Paolo Cera, Elisabetta Coscia, Giulia De  Matteo, Elena Maria Gontero, Daniela Gulotta, Antonio Lo Russo, Cristina Marengo, Alberto Mattiello, Nemio Passalacqua, Andrea Pennini, Maddalena Pollini, Claudia Tontodonati, Monica Tontodonati, Francesco Violi.

Scuola e famiglie sono essenziali per ripartire davvero, per aderire a questo appello scrivete anche solo nome e cognome a: libera.scuola.2020@gmail.com

2 COMMENTI

  1. Ciao Elisabetta anche io ne ho parlato nel mio blog. Purtroppo nessuno ha pensato si bambini in questo periodo. È giusto far ripartire l’economia ma non ci sono al momento soluzioni concrete per la gestione dei ragazzi. E’un peccato perché sono il nostro futuro. Scriverò alla mail che hai indicato!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.