Parental Control e genitori digitali

Come genitori digitali dobbiamo conoscere gli strumenti di parental control che abbiamo a disposizione e che possono essere di supporto nell’ardua impresa dell’educazione digitale. Impresa nella quale i genitori sono i veri protagonisti, per cui che abbiate una vaga idea del parental control o pensiate di sapere già tutto, comunque, questo post è per voi! 

Che cos’è il Parental Control?

Sempre meglio partire dalle basi e non dare nulla per scontato: cos’è esattamente il Parental Control e cosa si intende quando se ne parla?

È l’attività di controllo dei genitori sull’uso dei dispositivi digitali da parte dei minori. Questo, per esempio, include la possibilità di:

  • limitare il tempo di utilizzo dei dispositivi
  • limitare la possibilità di installare nuove app/software
  • limitare la possibilità di navigazione dei contenuti online

Quali limitazioni su quali dispositivi

Non è possibile fare un discorso generale per il parental control, ma occorre distinguere i diversi dispositivi e i sistemi operativi per individuare la soluzione e le informazioni pratiche che potrebbero fare al caso nostro.  

Partendo da dispositivi come Tablet o smartphone è possibile limitare il tempo di navigazione giornaliero, nonché impedire la possibilità di installare nuove app/software. Questi due punti sono già degli ottimi punti di partenza nel momento in cui i nostri figli iniziano a utilizzare i dispositivi accompagnati da noi o in parziale autonomia.

Limitare il tempo di navigazione giornaliera può voler dire sia limitare il tempo di utilizzo complessivo di quel dato dispositivo sia impostare degli orari nei quali il dispositivo non è utilizzabile.

I ragazzi, così come noi adulti, hanno bisogno di avere dei limiti nel loro tempo dedicato al digitale. È consigliabile che anche gli adulti sperimentino e utilizzino queste funzioni. Magari iniziando a dare un occhio al proprio tempo di utilizzo quotidiano (soffermandoci su quali App utilizziamo di più).

Per quanto riguarda la possibilità di installare nuove App è una opzione che può aiutare a riempire gradualmente e più consapevolmente i device di App/Giochi/Social che sono più o meno utili.

A seconda delle età e dei contenuti toccherà in primis agli adulti decidere cosa è bene e cosa no, per poi arrivare a dialogare con i ragazzi sull’utilità o meno di avere una certa App/Software su un dispositivo.

Per quanto riguarda il sistema operativo IOS (ossia tutto ciò che è Apple) non è neanche necessario scaricare una App aggiuntiva, ma esiste questa possibilità già dentro il proprio smartphone. Qui i suggerimenti per approfondire.

Analoga opzione esiste per gli altri sistemi operativi, per esempio per Android qui trovate tutte le istruzioni.

In alternativa o in aggiunta si possono utilizzare anche altre APP come Google Family Link, Qustodio, Eset parental control (gratuiti con alcune limitazioni, più completi a pagamento).

Filtri sui Motori di Ricerca e sulle Piattaforme Video

Può capitare che i nostri figli prendano in mano il nostro smartphone per cercare qualcosa, una notizia di calcio, il video della canzone preferita o altro. Allore ecco che ci sono due semplicissime restrizioni per contenuti che possiamo utilizzare sui nostri dispositivi e su quelli comuni della famiglia e/o dei nostri figli.

  • La prima è il Filtro Contenuti espliciti su Google: lo conoscete? L’avete attivato?

Se non ne sapete nulla è ora di impostarlo, ma come si fa? Semplicissimo. Occorre attivare la funzione Safe Search. Apri l’app Google sul tuo telefono o tablet Android o sul pc di casa. In alto a destra, tocca la tua immagine del profilo o l’icona Impostazioni. Clicca su SafeSearch. Seleziona Filtra, Sfoca o Off. Se in alto a destra trovi un lucchetto, significa che l’impostazione SafeSearch è bloccata.

  • La seconda è la Modalità con restrizioni su YouTube.

L’avete impostata? Ma come si fa? Anche qui semplice. Accedi al tuo account. In alto a destra, tocca la foto del profilo, tocca Impostazioni Generali. Attiva o disattiva la Modalità con restrizioni.

PC condiviso & Videogiochi

Durante uno degli incontri di formazione della Rete dei Patti Digitali ho scoperto che esistono anche dei filtri di parental control sugli abbonamenti di internet a casa, per esempio con Fastweb parental control, con App Sky Wifi e con TIM navigazione sicura. In alcuni casi sono incluse, in altri sono a pagamento.

Questo può essere un supporto rispetto a tutte le attività legate allo studio e alla scuola: man mano che i ragazzi crescono le occasioni di utilizzare un pc aumentano per scopi didattici e di studio.

E quando i ragazzi, utilizzando il tablet per leggere un documento o fare un compito, sembra che non riescano a concentrarsi? Navigano nel web facendo altro e si distraggono in un circolo senza fine? Come aiutarli? Un’opzione davvero molto semplice è quella di impostare la restrizione a una sola applicazione.  

Perché farlo? Non a scopo punitivo, ma per programmare delle sessioni di lavoro o anche di gioco, sia proteggendo i ragazzi da eventuali contenuti espliciti e non adatti, sia soprattutto concentrando la loro attenzione su una singola attività da svolgere in modo esclusivo. Si riducono al minimo gli stimoli disturbanti e si programmano sessioni di lavoro concentrato. Per Android lo strumento si chiama Aggiungi Finestra o Blocco su schermo e per Apple è denominato Accesso Guidato.

Per quanto riguarda i videogiochi, in Europa ogni videogioco deve avere indicazioni sull’età consigliata. Questo può aiutare i genitori ad orientarsi sui videogiochi più adatti all’età dei propri figli, prendendo delle decisioni più consapevoli a partire dai contenuti e non dalla pressione commerciale o sociale. Qui le indicazioni PEGI da consultare.

Inoltre ogni Console ha delle impostazioni di parental control (il così detto filtro famiglia), utilizzando le quali si possono impostare i tempi di utilizzo sia giornalieri e che di disponibilità della console, per cui si può per esempio scegliere che non sia disponibile in alcuni giorni e orari.

Parental control e genitori digitali: i limiti d’età come alleati

I limiti di età indicati per legge possono essere un punto di forza da cui partire e da utilizzare a proprio favore. In Italia l’età minima per l’utilizzo di piattaforme social è di 13 anni (anche per un account Google l’età minima è 13 anni). Ma c’è la possibilità di qualche controllo parentale?

Instagram di recente ha introdotto la funzione “Parental Supervision” che consente di supervisionare e limitare l’utilizzo di Instagram per un account teen (dai 13 ai 17 anni). Inoltre, si può impostare un limite di tempo di utilizzo giornaliero della piattaforma (totale su più dispositivi) o impostare dei blocchi per alcune giornate/ore specifiche, vedere il tempo speso su Instagram e vedere chi segue e da chi è seguito un account teen. Sicuramente sono funzioni che possono aiutare nell’accompagnamento dei ragazzi all’utilizzo di Instagram (al netto del rischio di diventare spie di professione), tuttavia presenta alcuni limiti, il primo dei quali è che la supervisione può essere interrotta in qualunque momento sia dagli adulti che dagli adolescenti.   

E su WhatsApp invece?

L’età minima per usare WhatsApp è scesa recentemente da 16 a 13 anni (perché?) e questo social (che diciamolo, è quello più ambito dai preadolescenti) non ha alcun sistema di Parental Control. Ci sono tuttavia solo alcune funzionalità utili per la gestione della Privacy: per esempio si può scegliere chi può visualizzare il proprio stato e le informazioni personali, silenziare le chiamate da numeri sconosciuti o ancora la possibilità di bloccare e segnalare un contatto.

Parental Control e genitori digitali: cosa serve davvero?

Di sicuro come genitori digitali è utile conoscere tutti questi strumenti, scegliere quali utilizzare a seconda dello scopo, in particolare quando si tratta di bambini e preadolescenti. Occorre però avere coscienza del fatto che gli strumenti di parental control non sono assolutamente sufficienti e soprattutto sono facilmente aggirabili, man mano che i piccoli crescono. I ragazzi sono molto creativi in questo ambito.

Quello che va affiancato al controllo è sicuramente il dialogo. Non si può impostare l’educazione digitale sul controllo, anche perché non funziona bene né a lungo. Occorre affiancarci dosi massicce e costanti di dialogo. Parlare in famiglia di ciò che si vede sugli schermi, di quello che succede sul web, anche mettendo a tema le regole che si vogliono adottare in famiglia, per cosa utilizzare gli schermi, a quali contenuti aprire la porta, quando e come. Quale spazio lasciare al resto della vita, come connettersi reciprocamente fra genitori e figli e cosa può favorire questo.   

In sostanza il Parental control non può sostituire la funzione educativa e di accompagnamento dei genitori.

Serve tempo, pazienza (tanta), disponibilità ad affiancare i figli crescendo insieme a loro e capacità di leggere i fenomeni intorno a noi. Confrontarsi fra genitori e amici, raccontarsi le proprie esperienze e i propri tentativi, sperimentare partendo da noi adulti alla ricerca di quel benessere digitale in famiglia che può essere raggiungibile.

Da soli è difficile, ma insieme si può fare.

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