Non abbiamo tempo e la vita è sempre intensa, ma forse è il caso di fermarsi e leggere alcuni documenti (fra i tanti) a tema social media e adolescenti: le ricerche iniziano a parlarci piuttosto chiaramente.
I fatti di cronaca legati a un utilizzo smoderato ed eccessivo dei social evidenziano le conseguenze estreme che si possono verificare. Questi fatti non possono che interrogarci in modo profondo: forse occorre cambiare qualcosa nel nostro approccio al digitale.
Social Media e Adolescenti: i dati e le raccomandazioni
In un primo post che trovate qui è disponibile una sintesi del “Social Media and Youth Mental Health” a cura del Surgeon General Vivek Murthy, capo dell’Ufficio per la Salute Pubblica degli Stati Uniti.
Portagonista del post di oggi è invece l’“Health Advisory on Social Media Use in Adolescence” a cura dell’ “American Psychological Association”. Il documento propone una serie di raccomandazioni basate su evidenze scientifiche e rivolte ai diversi stakeholders coinvolti (giovani, genitori, tutori, educatori, politici, membri dell’industria tech).
Fra le considerazioni preliminari ritornano alcuni punti già emersi:
- L’effetto dei social media dipende anche da cosa i minori fanno e vedono online, dal loro contesto di crescita, dai loro punti di forza e debolezza.
- L’esperienza degli adolescenti sui social è influenzata sia da come viene modellata sia dalle caratteristiche più o meno visibili della piattaforma specifica.
- In generale i potenziali rischi sono maggiori nella preadolescenza.
Social Media e Adolescenti: l’accompagnamento
Questo post non vuole essere un’analisi approfondita, ma un focus su alcune raccomandazioni specifiche. Cogliere gli aspetti più critici per poter modellare il proprio comportamento e le proprie abitudini verso il digitale e i social.
La prima riguarda un punto che da tempo sta emergendo nei dialoghi con altri genitori e insegnanti, ossia su quanto i social media siano al momento un ambiente pensato per gli adulti e non per i bambini o i ragazzi.
Poi emerge il tema dell’accompagnamento all’utilizzo di queste piattaforme e quindi all’utilizzo di un proprio device personale connesso alla rete. Gradualità e accompagnamento che tocca all’adulto di riferimento favorire e pianificare. Si pensa che i bambini sappiano già tutto e si confida sulle loro attitudini di nativi digitali, ma la questione si fa sempre più educativa e meno tecnica. Una sorta di osservazione discreta e continua in contrapposizione allo spionaggio che si vede spesso praticare da parte dei genitori.
In particolare viene messo in evidenza un approccio estremamente interessante per l’età caratteristica della preadolescenza (11-14 anni): in primis stabilire dei confini precisi e dare dei limiti e in secondo luogo prevedere uno spazio di dialogo e formazione nell’utilizzo dei social.
Social e regole in famiglia
Spetta agli adulti sviluppare in famiglia delle sane abitudini che possano essere interiorizzate da bambini e ragazzi, oltre a vigilare affinché gli adolescenti non rimangano intrappolati da una eventuale dipendenza. Ritorna il ruolo di osservatore e accompagnatore, avendo chiari quali possono essere i campanelli di allarme da monitorare.
Infine un aspetto fra i più difficili da monitorare e forse uno degli aspetti che più fa riflettere anche relativamente ai limiti d’età per l’iscrizione ai social media.
I social media favoriscono un perenne confronto, tutto è quantificato (like, visualizzazioni, follower…) e questo ha un forte impatto sull’autostima e sulla ricerca di sé, aspetti caratteristici fra l’altro dell’adolescenza.
Social Media e Adolescenti: le ricerche come punto di forza
In sintesi, si può affermare che pur fornendo alcuni benefici alla vita di chi cresce, i social media rappresentano un rischio significativo di danno per la salute dei soggetti in età evolutiva.
Inoltre non si può dire che i social media rappresentino un ambiente sicuro per la salute dei minorenni: di fatto sono un ambiente pensato per gli adulti e questo si riflette sulla proposta di contenuti e su tutte le caratteristiche e dinamiche legate all’utilizzo.
I rischi sono ormai evidenti, si tratta di favorire o meno un reale benessere digitale, individuale e collettivo, famigliare e scolastico. Occorre lasciarsi interrogare e aprire nuovi canali di riflessione e discussione con i diversi soggetti coinvolti: come virare verso il bello del web in modo sano e consapevole? Cosa si potrebbe cambiare nell’approccio attuale? Cosa è davvero necessario e cosa si potrebbe eliminare o posticipare?
Cosa trarre come stimolo positivo da queste ricerche?
Occorre promuovere delle azioni immediate per rendere i social media un territorio più sicuro per chi cresce, cercando di stabilire dei confini per l’utilizzo a partire dalle regole già esistenti e promuovendo il dialogo fra genitori, educatori, insegnanti e istituzioni.
Trovate qui il link per scaricare la ricerca in pdf e leggerla integralmente.