Viviamo immersi in un mondo che ci lancia continui stimoli, sempre iper-connessi e super impegnati: come riuscire a distinguere le cose urgenti dalle cose importanti?
Questa domanda mi ritorna in mente dagli ultimi giorni di vacanza dello scorso anno, giorni nei quali ho potuto fermarmi e lasciare libero spazio ai pensieri. Mario Calabresi aveva affrontato proprio questo tema nella newsletter di AltreStorie del 18 novembre 2022 intitolata “L’urgenza e l’importanza”, lo stesso intervento lo trovate anche in questo video, qui. Calabresi racconta una dinamica che ci vede tutti protagonisti in questo mondo digitale con tutto alla portata di un touch, dove la possibilità di perderci è una reale possibilità.
Quante volte si prende in mano il telefono per fare qualcosa di urgente e poi ci si perde invece in altre mille interessantissime cose, come mail, messaggi, notifiche, articoli e appuntamenti? Alla fine si posa il telefono chiedendosi perché lo si aveva preso in mano…a chi non succede?
La vera ecologia del nostro tempo
In questo tempo dove si parla così tanto di ecologia, occorre riscoprire la vera ecologia del nostro tempo. Quanto tempo e quanta attenzione siamo disposti a concedere ai dispositivi tecnologici? Quanto è possibile dominare e dirigere la nostra attenzione? Quale grado di consapevolezza ne abbiamo e come questo può aiutarci?
Siamo continuamente stimolati dalla tecnologia tant’è che risulta davvero difficile concentrarsi su un tema specifico, seguire con attenzione una riunione o anche solo una discussione, senza essere interrotti o distrarsi dal focus principale.
Calabresi nella sua riflessione identifica un punto nevralgico e originale: porta tutto, infatti, alla distinzione fra cose urgenti e cose importanti.
Le cose importanti sono facili da ricordare, sono quelle che fanno la differenza nella nostra vita, quelle che servono per costruire un senso. Occorre dunque difenderle, preservarle e curarle. Non permettere che le urgenze e la performance ci tolgano il tempo per le cose davvero importanti.
Il multitasking non esiste
Mario Calabresi prosegue dicendo di aver capito questo proprio in quella primavera nella quale “ci siamo resi conto che possono accadere cose improvvise, inattese, inimmaginabili che spazzano via tutto”.
Questa frase mi ha fatto fare un tuffo in questo passato così recente, ma così lontano ormai. C’è stato un lungo momento durante il lockdown nel quale ho sinceramente riposto molte aspettative sulla mia capacità di essere multitasking. Mamma, impiegata in Smart working, assistente alla didattica a distanza dei miei figli, cuoca, psicologa e tutto il resto che questa circostanza comportava. Mi sembrava che fare più cose contemporaneamente potesse essere l’unico modo per rispondere in modo efficace.
Poi ho semplicemente scoperto che potevo rallentare e focalizzarmi sulle cose davvero importanti, realizzando quanto il multitasking fosse dannoso e soltanto un’illusione. Fare più cose insieme significava farle male, in fretta, senza metterci il cuore e la testa. Il multitasking si è così palesato per quello che realmente è, ossia una menzogna, venduta soprattutto alle madri, per poter far credere di dover riuscire a fare tutto, bene e senza rinunce.
Distinguere le cose urgenti dalle cose importanti
Sapere che ci sono delle cose importanti da preservare e proteggere da tutto il resto che preme è un piccolo passo di consapevolezza quotidiana che può fare la differenza. Penso alla famiglia e alle tante questioni e decisioni da prendere, organizzative ed educative. Bloccare del tempo per pensare, discutere e affrontare le questioni.
O anche solo riuscire a difendere del tempo da spendere insieme alla propria famiglia, da passare insieme o da poter dedicare alle proprie passioni o ancora per vivere insieme agli altri. Abituarsi, allenarsi a preservare del tempo per stare insieme, semplicemente stare.
Quale metodo usare per allenarci in questa consapevolezza e nelle scelte che ne conseguono sta a ciascuno. A ognuno il metodo che meglio si taglia sulla propria vita. Calabresi ogni domenica pomeriggio scrive su un foglietto le cose importanti della settimana: durante la settimana quanto sente di essere travolto dalle urgenze tira fuori questo bigliettino, lo legge e lo utilizza come bussola per non perdere la rotta.
Proteggere le cose importanti dalla massa di cose urgenti che continuamente bussano alla porta per rimettere al centro le cose davvero importanti: questo possiamo già iniziare a farlo.