Oggi possiamo essere dei genitori più consapevoli, abbiamo a disposizione svariate fonti autorevoli e gli strumenti sono tanti. È una responsabilità ancora più entusiasmante e gravosa. Questo post vuole essere un promemoria per questo nuovo anno scolastico e lavorativo, tutto da vivere.
Genitori più consapevoli di cosa cambiare
Ci sono atteggiamenti e comportamenti così radicati in noi che certe volte è difficile riuscire a staccarsene, è davvero un lavoro. Ci sono momenti in cui stai urlando e dicendo proprio quelle frasi che non vorresti, che avresti giurato di non dire mai.
Servono anche questi momenti per acquisire consapevolezza: un campanello di allarme che richiama l’attenzione e che fa accorgere di qualcosa che si desidera cambiare. Allora occorre fermarsi, respirare e farsi qualche domanda.
C’è qualcosa che desidero cambiare nel mio approccio educativo? Cosa non sta funzionando? Quali sono i punti critici che stanno venendo fuori con mio figlio?
Quella fatica, quel capriccio ripetuto che cosa mi vuole comunicare? Che momento stiamo attraversando?
Queste sono solo alcune dei milioni di domande che potrebbero affollare la mente dei genitori e sono l’inizio di un cerchio che non bisogna preoccuparsi di chiudere in fretta. Anzi probabilmente non si chiuderà mai, meglio allenarsi invece a farsi domande e ad essere vigili osservatori.
Genitori più consapevoli dei propri limiti
Siamo umani, limitati, stanchi e fragili. Viviamo una vita a 100km orari, facendo slalom incredibili e correndo tutto il giorno. Prendiamone atto.
Prendere atto dei propri limiti significa anche maggior consapevolezza che c’è bisogno di strumenti a supporto della nostra organizzazione familiare e lavorativa. Tenere insieme tutto non equivale a fare tutto. E chiede organizzazione: ma che cos’è l’organizzazione e perché è così importante? Anche questa è una domanda importante da porsi.
L’organizzazione riguarda tutti gli aspetti della vita familiare e dell’educazione. Senza organizzazione ci si trova in balia del caos e delle urgenze. Qui trovate un possibile inizio se sentite il bisogno di riorganizzare la vostra routine del mattino, per esempio. Il tema è vasto e ci ritornerò presto.
Essere genitore è percorrere una strada
Una volta visualizzato cosa si desidera cambiare occorre fare un lavoro, non c’è nulla che si raggiunga in modo automatico e semplice. Già aver individuato con chiarezza un atteggiamento, una dinamica, un problema da affrontare è un inizio. Pronti sulla riga di partenza occorre capire la meta che vogliamo raggiungere.
Ogni volta che mi trovo di fronte a un momento difficile, a una difficoltà da affrontare ammetto di iniziare con un momento di sconforto. Sembra ci siano montagne inarrivabili di fronte a noi, ma mi accorgo che devo fare un passo alla volta. Tutto insieme è impensabile.
Io personalmente mi appunto tutto, penso, rifletto, leggo, mi confronto. Pian piano in azione si chiariscono la strada e i tentativi che si possono intraprendere, non senza sbagliare e ricominciare nuovamente.
Genitori più consapevoli: che genitore desideriamo essere?
Le informazioni, gli approfondimenti, i libri, le esperienze, gli esperti, le maestre e i professori. Gli altri genitori e educatori a cui siamo vicini e con i quali siamo in sintonia. Non mancano interlocutori e materiali per capire quello che sfugge o per documentarsi.
Per chiudere questo post vi riporto 5 frasi pratiche da cui poter partire. Cinque frasi che ho iniziato a dire e che ne hanno sostituito altrettante. Con il desiderio di compiere un passo verso quel genitore che vorrei diventare.
- Sono qui per te.
Questa frase aiuta nei momenti di crisi e sconforto. Lo dico invece di “non è successo nulla” o “va tutto bene”. Certi fatti a noi sembrano ridicoli e invece feriscono terribilmente i bambini, tanto più se noi tendiamo a minimizzarli. Lasciar emergere le emozioni, anche quelle negative è un passo importante per affrontare le difficoltà.
- Ci sta che tu sia arrabbiato
Immedesimarsi con il bambino, anche nella sua diversità. La rabbia, come le altre emozioni, non vanno represse, ma comprese per capire come superarle. Abbracciare quest’emozione significa anche lasciarle spazio, aiutandosi insieme. Questo lo dico invece di dire: ”via quel muso, ma perché ti arrabbi?”
- Raccontami di più!
Alcune volte si entra a gamba tesa nei racconti dei figli, senza dar modo loro di spiegare meglio e in modo approfondito cosa sia successo o perché abbiano fatto una certa scelta piuttosto che un’altra. A me succede di dovermi mordere la lingua perché istintivamente avrei una reazione apocalittica e piena di giudizi, allora prendo tempo e cerco di approfondire senza far trasparire il mio giudizio. Questa frase mi aiuta in questo tentativo.
- Ottimo lavoro, ti sei davvero impegnato tanto!
Invece che dire “bravo” per ogni cosa, mi focalizzo sul lavoro/disegno/compito che hanno fatto, cercando di valorizzare l’impegno speso e il risultato ottenuto. Utilizzo la descrizione e mi mordo la lingua ogni volta sto per dire Br…!!
- Hai dimenticato qualcosa?
Dovete immaginarmi che giro per casa con un radar sulla mia fronte e talvolta so essere davvero pesante. Però capite anche che vivo con ben 6 maschi, bisogna pur sopravvivere!!! Per cui invece di ripetere ad ognuno quello che non ha fatto, come tirare l’acqua, fare il letto, mettere le mutande a lavare, ecc, cerco di porre questo simpatico interrogativo e puntare sull’ironia, quella che davvero salverà il mondo e le mamme!!